Il Capitano James Cook salpò dall’Inghilterra nel 1776 e affrontò un lungo viaggio verso Tahiti per riportare Omai, un uomo tahitiano, a casa sua. Omai era stato catturato durante il suo secondo viaggio ed era stato oggetto di interesse a Londra.
Il 18 gennaio 1778, l’allora quarantanovenne Cook affrontò il suo terzo ed ultimo viaggio esplorativo e, come primo europeo, avvistò le isole hawaiane. Gli indigeni rimasero affascinati da quelle grandi imbarcazioni e, con gli inglesi, commerciarono frutti, tuberi, acqua potabile, pietre preziose e prestazioni sessuali, in cambio di chiodi e attrezzi di ferro che suscitarono tanto interesse. Cook rispose all’ospitalità degli isolani donando loro capre, maiali e alcuni semi per piantare meloni, zucche e cipolle. Nominò quelle terre Isole Sandwich in onore del suo protettore, John Montagu, quarto conte di Sandwich.
Cook appuntò su un diario le memorie dei suoi viaggi:
“Avevamo qualche dubbio sul fatto che la terra fosse abitata o meno. Questo dubbio fu presto chiarito vedendo alcune canoe che venivano dalla riva verso le navi. C’erano tre o quattro uomini sopra ciascuna, e siamo rimasti piacevolmente sorpresi di trovarli simili alle genti di Tahiti e delle altre isole che avevamo visitato di recente”.
Fonti bibliografiche:
archives.starbulletin.com
hawaiihistory.org
sl.nsw.gov.au
Nella foto: ritratto di James Cook del pittore inglese Nathaniel Dance-Holland, conservato presso il National Maritime Museum di Greenwich.