L’antropologo Tim Ingold nella sua ultima opera Antropologia. Ripensare il mondo (Ingold, Meltemi, 2020) dona la sua esperienza ad un vasto target di pubblico formato da accademici, ricercatori, studenti e qualsiasi lettore. La sua proposta antropologica è quella di candidare l’antropologia a pratica culturale e sociale in grado di fornire valide risposte e portare sul tavolo del dialogo argomenti utili alla comprensione di problemi di carattere globale, come ad esempio il regime capitalistico e il sistema di produzione, distribuzione e consumo, la fame, la povertà e perfino quegli impatti antropici che sopravviveranno alla permanenza degli esseri umani sulla Terra.
L’antropologia deve entrare nelle vite di tutti noi, sin dalle scuole primarie e può fondersi con le materie didattiche; deve entrare nel dibattito pubblico, non può restare ai margini. Il soggetto dell’antropologia è la vita umana. L’uno e il tutto si compenetrano; questa è una filosofia che include le persone. Pensare e conversare sono azioni che hanno l’obiettivo di conoscere le cose dall’interno e imparare dall’osservazione. Il collante che tiene insieme l’antropologia è l’unità dell’esperienza. Se ad esempio gli economisti studiano il mercato, gli scienziati politici esaminano lo stato e i teologi analizzano la chiesa, gli antropologi argomentano come il mercato, lo stato e la chiesa si compenetrino nell’esperienza delle persone.
L’antropologia si introduce nel processo vitale e opera con esso, entrando all’interno delle relazioni e dei processi che danno origine alle cose del mondo per portarle nel campo della nostra consapevolezza. Pertanto è necessario formulare domande sugli altri e sul mondo e attendere le loro risposte. Questi processi accadono continuamente nelle conversazioni è ciò procura cambiamenti nelle vite di coloro che sono coinvolti. L’antropologia diventa così arte dell’inchiesta ponendosi in modo umile, umano e sostenibile; non significa avere il potere esclusivo di spiegare il mondo, ma piuttosto di prenderne parte. L’antropologia può contribuire a trasformare le vite e ciò accade attraverso il coinvolgimento pratico con gli altri, che non sono oggetti di studio, ma persone di cui avere cura di portarli a conversare con noi, per poter imparare da loro. Solo così sarà possibile costruire un mondo dove ci potrà essere spazio per tutti.
Riferimento bibliografico:
Tim Ingold, Antropologia. Ripensare il mondo, 2020, Meltemi editore: Milano.