COSENZA – L’episodio evangelico dei bambini che Erode fece sterminare nella regione di Betlemme per essere sicuro di avere ucciso, tra loro, anche Gesù è ancora oggi un evento di drammatica attualità. Lo spiega il video https://youtu.be/751CJGYoRpw della terza tappa del “Viaggio verso la salvezza” dal tema “le ragioni di chi fugge”, realizzato dalla Galleria Nazionale di Cosenza e pubblicato sul canale YouTube del Mibact per la campagna La cultura non si ferma.
Il dipinto “La Strage degli Innocenti”, eseguito da Massimo Stanzione nel 1630 e conservato nella collezione UBI Banca della Galleria Nazionale di Palazzo Arnone a Cosenza, raffigura il passaggio del Vangelo di Matteo secondo il quale Erode il Grande, sentendosi minacciato dalla nascita del Messia, ordina lo stermino dei bambini, allo scopo di uccidere Gesù e della cui nascita a Betlemme era stato informato dai Re Magi. Secondo la narrazione evangelica Gesù evita la strage in quanto un angelo avvisa in sogno Giuseppe ordinandogli di fuggire in Egitto. Massimo Stanzione rappresenta la scena biblica adottando un taglio particolarmente ravvicinato che amplifica il dramma dipinto nell’opera. La tela è divisa trasversalmente dallo sgherro armato che divide la scena in due piani: in primo piano emerge la figura di una donna che stringe al petto il figlio per difenderlo dal carnefice che ricorda con atroce intensità la grande maternità di Antonietta Raphael, opera illustrata nel primo contributo della Galleria; in secondo piano, un altro uomo con in mano un pugnale strappa un bimbo terrorizzato dalle braccia della madre; sulla destra invece la tragedia è già consumata, una madre affranta e desolata guarda il corpo esanime del figlio. Il racconto biblico appare come un evento lontano e passato al limite tra storia e simbologia cristiana, invece l’opera di Massimo Stanzione è una fotografia del drammatico scenario attuale che restituisce nell’espressione di terrore dipinta sul volto delle madri le ragioni della fuga. Un contributo quello della Galleria Nazionale di Cosenza che, in questi giorni difficili anche per le bambine e i bambini, apre un importante tema di riflessione.
Con questa iniziativa il Mibact, attraverso un impegno corale di tutti i propri istituti, mostra così non solo ciò che è abitualmente accessibile al pubblico, ma anche il dietro le quinte dei beni culturali con le numerose professionalità che si occupano di conservazione, tutela, valorizzazione. Attraverso il sito e i propri profili social facebook, instagram e twitter il Ministero rilancia le numerose iniziative digitali in atto. Sulla pagina La cultura non si ferma del sito https://www.beniculturali.it/laculturanonsiferma, in continuo aggiornamento, sono inoltre già presenti diversi contributi dei luoghi della cultura statali.