CIVITAVECCHIA – Ho postato un video su Facebook per raccontare una idea. Ho ricevuto immediatamente tanti messaggi e tanti suggerimenti, tanti segni di affetto e di condivisione.
Ho atteso un po’ prima di coinvolgere gli amici dell’informazione per dar modo a tutti di esprimere le loro idee e le loro proposte. Oggi mi rivolgo a tutti e tutte e lo faccio attraverso gli amici dei media per ringraziare di cuore Civitavecchia che ha dimostrato che la Processione è nel cuore di ognuno.
La processione del Venerdì Santo è una opera di pietà popolare, un evento spirituale e religioso, ma anche culturale, connesso intimamente con l’anima di Civitavecchia, con la sua cultura e la sua storia come le decine di messaggi che ho ricevuto hanno dimostrato.
Come Arciconfraternita del Gonfalone siamo i custodi di questa tradizione, forse millenaria. La processione negli ultimi 70 anni è sempre uscita, con il freddo, con il gelo, con la pioggia scrosciante e con la pioggia fina che arriva fino al midollo. Questo è quello che è sempre accaduto, ma nella storia di una persona, come in quella di ogni comunità ci sono momenti di gioia, di allegria e bellezza e momenti di difficoltà, di tristezza e solitudine.
Difficoltà e gioia che assumono un sapore diverso se vissuti in comune e condivisi.
Oggi ci troviamo a condividere una difficoltà estrema che limita per il bene supremo della salute, alcune nostre attività, tradizioni e consuetudini, che limita anche la nostra fede.
La oggettività ci dice che la Processione del Venerdì Santo non uscirà.
Il cuore dei Civitavecchiesi, la speranza, il senso della comunità e la volontà ci dicono, che la Processione del Venerdì Santo il 10 Aprile 2020 ci sarà e avrà un itinerario diverso: non passando per Corso Centocelle o Via Buonarroti, ma percorrendo le strade del cuore e del senso di identità della nostra comunità. Strade che passano per la condivisione, per il senso di esserci, in cui ciascuno donando un semplice secondo della propria vita crea l’eternità.
Venerdì speriamo, Civitavecchia abbia ad ogni balcone o davanzale un drappo del colore del saio dei penitenti, o del colore delle bandiere che portiamo in processione.
Siamo certi che ci sarà una candela accesa che dica che la nostra speranza, la nostra identità non sarà mai ridotta od annullata da nulla o nessuno, fosse anche una epidemia.
Alle ore 20.30 chiediamo a chi vorrà di affacciarsi alla finestra e recitare un Padre Nostro per coloro che hanno raggiunto la Casa del Padre, per coloro che soffrono nelle corsie di ospedale, per gli operatori sanitari ed i medici che tutelano il bene supremo della Vita e alleviano le sofferenze.
Poi se fosse possibile vorremmo chiedere ai bambini ed alle bambine (ma anche agli adulti) di fare un disegno, una riproduzione, una scultura, un …… di un misteretto, quello che i bambini portano in processione, ed appenderlo fuori la finestra od il balcone.
E qui lanciamo una idea che Civitavecchia ci ha sussurrato. In molti ci hanno chiesto di trovare un qualcosa che lasci un ricordo di questo “diverso cammino”. Tra i tanti suggerimenti uno ci è sembrato particolarmente significativo. Sarebbe bello che i disegni, tavole, sculture che rappresentano i misteretti e che saranno appesi ai balconi ed ai davanzali quando tutto sarà passato siano portati alla Chiesa della Stella, così come le statue e i misteretti dopo essere uscite tornano a piazza Leandra.
Altro? Beh sognare non costa nulla, ed allora, come ho detto su Facebook, perché non immaginare che alle 20.45 risuoni sopra e dentro Civitavecchia la Marcia funebre n.35 di Chopin per orchestra, quella musica che ogni anno ascoltiamo, che dica a tutto ed a tutti che la nostra identità esiste ed è vitale, che non ci arrendiamo e che la nostra storia ci appartiene ed è nostra.
La processione così uscirà, uscirà ancora una volta, non lo farà come lo ha fatto per tanti anni da Piazza Leandra, ma uscirà dai nostri cuori.
Ed il cuore è il luogo dove alberga la vita.
Do appuntamento, quindi, a tutti come ogni anno per il Venerdì Santo 2020 ore 20.30 con partenza dal cuore, e poi al rientro di quei misteretti che appesi ai balconi hanno testimoniato l’uscita della processione”.
David Trotti – Priore dell’Arciconfraternita del Gonfalone di Civitavecchia