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    Vedute di Bassano Romano e del Monastero di San Vincenzo negli scatti fotografici di Manola Solfanelli

    9:24 am
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    BASSANO ROMANO (VT) – Sabato 8 febbraio si è svolta al Monastero di San Vincenzo la mostra fotografica a cura della fotoreporter Manola Solfanelli supportata dal quotidiano web Le Muse News. Esposte al pubblico 20 fotografie che rappresentano vedute ed esterni di edifici di Bassano Romano e del Monastero; la mostra fotografica ha ottenuto il patrocinio del Comune di Bassano Romano. Ad introdurre l’evento culturale Sara Fresi.

    Il Monastero di San Vincenzo è un centro di spiritualità, oasi di pace e luogo di accoglienza, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Conserva al suo interno la statua del Cristo Portacroce realizzata dal celebre scultore Michelangelo Buonarroti e copia a grandezza naturale della Sindone. La struttura è gestita dalla Congregazione Benedettina Silvestrina, fondata da San Silvestro Abate sul Monte Fano nei pressi di Fabriano e approvata dal papa Innocenzo IV nel 1248. E’ una delle più antiche famiglie benedettine. Si ringrazia per l’ospitalità e l’accoglienza il Priore Don Maurizio Bisignani e la Comunità monastica.

    Videointervista a Don Cleto Tuderti, già priore, autore di varie pubblicazioni, alcune delle quali riguardano il rapporto tra fede e comunità di Bassano Romano. A tal proposito si suggerisce la lettura della pubblicazione “Bassano Sacra” consultabile presso l’archivio del Monastero di San Vincenzo in Bassano Romano. (Clicca e vedi l’intervista).

    Intervista a Don Cleto Tuderti, Monastero di San Vincenzo in Bassano Romano

    Rapporti tra il Monastero e la Comunità Bassanese. A cura di Don Cleto Tuderti

    L’edificio religioso venne fatto costruire intorno al 1631 dal marchese Vincenzo Giustiniani e dedicata al martire spagnolo san Vincenzo. Doveva essere, nell’intenzione del colto mecenate, il centro di un borgo e la chiesa mausoleo della sua illustre famiglia. Il progetto della chiesa è quasi sicuramente opera del Maderno, l’architetto che aveva già lavorato a S. Pietro.

    Nel 1941, durante il periodo bellico, il monastero venne donato dal principe Innocenzo Odescalchi all’abate Luigi Merluzzi, procuratore generale e rappresentante legale della Congregazione Silvestrina. Venne realizzata un’opera immane: un collegio che accolse quei ragazzi provenienti da famiglie sopravvissute alle guerra, provvedendo a vitto, alloggio e istruzione. Le scuole partivano dalle elementari fino al professionale. I monaci insegnarono, assistettero e formarono alcune centinaia di giovani. Esperienza durata sino ai primi anni ottanta. Ora dopo le ultime migliorie apportate alle sue strutture, come la palestra e altre prossime ad essere attuate, il plesso scolastico è in grado di offrire un complesso di tutto rispetto e di attrazione. Il paese gode il beneficio di ospitare ragazzi e ragazze anche dai paesi circonvicini, incluso Bracciano di gran lunga più vasto e demograficamente più rappresentativo. In conseguenza Bassano Romano gode del maggior numero di scuole del circondario. Ben 700 ragazzi per diversi decenni hanno avuto il beneficio di qui ottenere l’istruzione civile e religiosa e hanno qui costruito il loro avvenire e conquistato un posto nella società.

    Storia del Santuario del Santo Volto. A cura di Don Cleto Tuderti

    Inaugurato nel 1979 dal Vescovo Rosina, una devozione o meglio più che devozione, un culto relativo alla figura di Cristo stesso, Crocifisso. Inizia con la Beata Maria Pierina De Micheli della Suore Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires, di cui il nostro Abate Ildebrando Gregori è stato per gli ultimi cinque anni di vita della Beata confessore e padre spirituale. Il culto del Santo Volto di Gesù grazie a questo santuario si sta diffondendo in tutto il mondo.

    Statua del Cristo Portacroce. A cura di Don Cleto Tuderti

    La statua del Cristo Portacroce è ubicata nell’artistica edicola di marmi policromi, in abside, dietro l’altare maggiore. Qui presente dal 1644. Si perse per tanto tempo la tradizione michelangiolesca della statua. Saltò all’attenzione mondiale nel 2001 nel corso della mostra intitolata “Caravaggio e i Giustiniani-Toccar con mano” tenutasi a Palazzo Madama Giustiniani in Roma. Fu in quella sede che la storica d’arte Prof.ssa Silvia Danesi Squarzina unitamente alla sua allieva Irene Baldriga, si sono imbattute sulla descrizione che ci ha lasciato il collezionista Ulisse Aldrovandi del 1656 in cui nel contesto della descrizione della statua alla Minerva parla di un’altra statua che Michelangelo non avrebbe finito, per un difetto riscontrato nel marmo. Sulla traccia di questa notizia la allora studentessa Irene ha rintracciato il documento rivelativo di tutta la storia di questa statua. Da lì la statua caduta nell’anonimato per tanti secoli si è presa legittima soddisfazione di attirare l’attenzione mondiale. Molte le nazione che l’hanno voluta in prestito per ammirarla e studiarla. Ben 11 nazioni o istituzioni internazionali l’hanno ospitata ed in procinto di ulteriori voli verso la Russia. La Soprintendenza ai monumenti, rispettandone la proprietà, ha disposto accorgimenti per la sua incolumità e locale fruibilità.

    Redatto da Sara Fresi, storica e giornalista.