ROMA – L’Università la Sapienza partecipa al restauro del Santo Sepolcro, cuore religioso della Cristianità e meta del culto e del pellegrinaggio di milioni di fedeli provenienti da tutto il mondo. La Custodia di Terra Santa ha affidato l’incarico al dipartimento di Scienze dell’antichità, diretto da Giorgio Piras, che dovrà preparare lo studio storico preliminare ai lavori di restauro della pavimentazione della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme nonché sovraintendere dal punto di vista archeologico l’intervento di restauro che sarà effettuato dalla Fondazione Centro Conservazione e Restauro dei beni culturali La Venaria Reale di Torino.
L’accordo quadro tra Custodia di Terra Santa e la Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali “La Venaria Reale” di Torino in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell’Antichità è stato firmato martedì 8 ottobre presso la Custodia di Terra Santa.
La firma si colloca nell’ambito dell’accordo tra le tre maggiori Comunità Cristiane Custodi del Luogo Sacro e responsabili dello Status Quo all’interno del Santo Sepolcro per iniziare una seconda fase di restauro delle fondazioni dell’Edicola e del pavimento della Basilica del Santo Sepolcro.
I lavori saranno finanziati dalle tre principali Comunità cristiane presenti all’interno del Santo Sepolcro: il Patriarcato Greco-Ortodosso, la Custodia di Terra Santa e il Patriarcato Armeno.
“É un’opportunità unica, prestigiosa e di grandissimo rilievo. Sollevare il pavimento della rotonda – afferma Giorgio Piras – consentirà di acquisire e indagare su nuovi dati storico-archeologici di uno dei luoghi più sacri per i cristiani e di grandissima importanza storico-artistica. I nuovi strumenti a disposizione degli archeologi di oggi potrebbero offrire la possibilità di capire meglio anche come doveva essere strutturata l’intera area in cui sin dall’antichità si veneravano i luoghi del calvario e della sepoltura di Cristo”.
Il progetto sarà portato avanti in due fasi: la prima di studio necessario a determinare lo stato attuale delle fondamenta e la seconda di restauro delle stesse e della pavimentazione. Si prevede che i lavori durino almeno due anni.