TOLFA – Stamane si è svolto il Convegno “L’Unesco e l’esperanto, a cento anni dalla morte di Lazzaro Ludovico Zamenhof” presso il Centro Studi Italo Norvegese in occasione dei cento anni dalla morte del fondatore di questa lingua. Presente in platea il Consigliere comunale Cristiano Dionisi, l’artista Simona Sarti e numerosi studenti di due classi del Liceo Linguistico e Scientifico Galileo Galilei di Civitavecchia accompagnati dalla Prof.ssa Annamaria Pucacco.
Moderatore dell’evento il Dott. Giordano Iacomelli (Direttore del Museo Civico di Tolfa). Il Sindaco Luigi Landi: “Questo convegno è anche un focus sulla storia, con aspetti che mettono in collegamento la nostra comunità all’esperienza dei relatori. Ringrazio l’Ambasciatore d’Italia ad Oslo S.E. Giorgio Novello per il contributo alla crescita della nostra comunità.”
La Dott.ssa Magdalena Trudzik (Segretaria dell’Ambasciata di Polonia a Roma): “Ho piacere ad essere qui per parlarvi di Ludwik Lejzer Zamenhof. Egli era polacco di religione ebrea; nacque a Bialystok, una città a est della Polonia, dove le persone parlavano varie lingue e, sin da bambino, si accorse che le persone non si capivano. Abitava in una casa di legno in “via verde”, il colore della bandiera dell’esperanto è di colore verde. Aveva la passione per le lingue straniere; si trasferì con la famiglia a Varsavia dove perfezionò gli studi. Suo padre voleva che diventasse medico, un lavoro stabile e ben pagato, ma Ludwik continuava a fare ricerche per trovare una lingua che potesse essere comprensibile alle masse su scala globale, appunto l’esperanto. In Polonia abbiamo tante opere e capolavori letterari tradotti in esperanto ed in inglese. Egli ricevette vari riconoscimenti a livello internazionale. Morì a Varsavia nel 1917. L’Unesco ha deciso di dedicare quest’anno al fondatore dell’esperanto.”
S.E. Giorgio Novello (Ambasciatore d’Italia ad Oslo): “Cari partecipanti, mille grazie per la vostra attenzione. L’esperanto è uno strumento internazionale per comunicare, una seconda lingua convenzionale utilizzata in tutto il mondo. E’ una bellissima realtà. La Norvegia ha un alto livello culturale: nel 2014 tra i libri più venduti c’era il dizionario etimologico. Nel 1905 la Norvegia ottenne l’indipendenza e fu aperto un dibattito, ancora vivo, su quale lingua utilizzare. Attualmente ce ne sono due: la lingua letteraria ed il neo-norvegese creato da un linguista che per circa trent’anni viaggiò per comprendere i dialetti delle genti che abitavano in Norvegia. Sono presenti numerosi circoli dove si parla e si insegna l’esperanto, esiste una App “amikumu” utile a trovare altri esperantisti nelle nostre vicinanze e dei corsi online, tra cui “duolingo”. La rivista dell’Unesco che esce quattro volte l’anno è tradotta in varie lingue, anche in esperanto. E’ una lingua che unisce, è geniale e relativamente facile. Zamenhof aveva un sogno da ragazzo che ha portato avanti per tutta la vita”.
La Dott.ssa Michela Lipari (Presidente della Federazione Esperantista Italiana): “Ad Ancona abbiamo realizzato, da circa dieci anni, il Premio Zamenhof – Le Voci della Pace, che viene assegnato a cittadini italiani che si sono distinti nella cooperazione fra i popoli, vocazione alla pace. Sono state fatte delle tirature limitate per rappresentare la pace che dono alla Città di Tolfa. L’amico Novello ha realizzato un convegno in Norvegia sulla Divina Commedia, in bilingue: italiano ed esperanto. Questa non è solo una lingua, ma un modo di essere, di porsi al mondo. Noi vogliamo parlare alle persone senza sovrastrutture e preconcetti. Zamenhof ci ha dato una lingua pianificata, gli esperantisti hanno contribuito a farla diventare una lingua naturale. All’Università di Torino ci sono dei corsi dove viene insegnato l’esperanto. E’ utilizzata anche su Radio Vaticana; in alcune scuole viene anche insegnata come materia facoltativa.”
A seguire, è stata tradotta dall’inglese una lettera e proposti video e foto relativi a convegni e congressi internazionali organizzati da esperantisti.
Il Dott. Stanislao de Marsanick (Presidente de “I Parchi Letterari”): “Grazie all’intervento dell’Ambasciatore Novello abbiamo portato i Parchi Letterari in Norvegia. Un’esperienza unica che abbiamo aperto anche all’estero. Molti luoghi sono stati fonte d’ispirazione per poeti, scrittori, intellettuali. Altro obiettivo è fornire strumenti di dialogo e confronto. Abbiamo ricevuto una lettera per la nascita del secondo Parco Letterario legato al navigatore veneziano Pietro Querini che nel XV sec., a seguito di un naufragio, trovò rifugio sull’isola di Røst. Egli è ricordato per avere il primato di aver redatto un documento nel quale descrivesse gli abitanti di quei luoghi e per aver importato in Italia lo stoccafisso. Inoltre, stiamo lavorando con il Sindaco Landi ed il Consigliere comunale Dionisi alla realizzazione di un Parco Letterario a Tolfa”. In conclusione l’artista Simona Sarti ha donato un omaggio all’Ambasciatore S.E. Novello.
Servizio esclusivo di Sara Fresi, storica e giornalista – Riproduzione riservata.
Foto di Manola Solfanelli.