CIVITAVECCHIA – Questa volta il giovane alpinista civitavecchiese si è spinto sino ai confini tra Europa ed Asia nella regione del Caucaso, dove si trova la montagna più alta d’Europa: il Monte Elbrus con i suoi 5642mt. Alto più di 800mt rispetto al nostro Monte Bianco, il Monte Elbrus, è un vulcano inattivo coperto da nevi perenni dove regnano il freddo ed il vento. L’avvicinamento alla montagna inizia da un paesino che si trova alle sue pendici: Terskol, raggiungibile solo dopo 3 ore di minivan dall’aeroporto di Mineral’nye Vody. Per tutti gli alpinisti che arrivano qui il problema maggiore è la quota, quindi si deve iniziare un programma di acclimatamento, diviso in più giorni proprio per permettere al corpo di abituarsi a quote elevate. La prima giornata è molto semplice visto che si passa dai 2100mt di Terskol, dove ci si ferma per la prima notte, sino ai 3000mt del Monte Cheget. Dal secondo giorno, tramite impianti di risalita, si sale al High Camp situato a quota 3800mt, qui è dove si alloggia per tutta la durata della salita. Infine, prima della salita in vetta, ci sono altre due giornate passate una a quota 4800mt ed un’altra di riposo al campo per continuare l’acclimatamento. Dopo una giornata passata a riposarsi ed a controllare il materiale alle ore 03:00 del mattino suona la sveglia e dopo una colazione molto abbondante si esce per tentare la vetta. In questo caso il gruppo si avvale della scelta di prendere un gatto delle nevi che lo porti sino a quota 5000mt (senza il quale la salita sarebbe stata lunga almeno 5 ore in più e con una bassissima percentuale di riuscita visto che in queste zone il tempo cambia di ora in ora). Alle ore 05:00 il gatto arriva a destinazione e gli alpinisti possono finalmente iniziare la loro ascesa. La salita non riporta parti difficili, se non lo stacco finale che è attrezzato da corde fisse, mentre la parte complicata di questa montagna è il clima. Il giorno 6 Agosto il termometro indica come temperatura percepita -25°, mentre soffia un vento sui 50km/h ed aggiungendo anche la quota elevata questa diventa una salita davvero molto difficile. Finalmente alle ore 8:30 del mattino, dopo una bellissima alba, il gruppo è il primo ad arrivare in vetta ed avere l’intera Europa sotto i piedi. Giusto il tempo di 2 foto e si torna giù al campo, in quanto le temperature veramente basse, nonostante il cielo sia sereno, non permettono una lunga permanenza in vetta che potrebbe far riportare gravi problemi. Ed ecco che anche il Monte Elbrus, che come il Kilimangiaro fa parte delle Seven Summits ovvero le sette montagne più alte di ogni continente, è stato scalato dal giovane civitavecchiese che ora spera di poter continuare il proprio sogno. Perché in fondo a soli 22 anni si può e si deve sognare.