ROMA – Realizzare un nuovo “Polo delle Culture Contemporanee” che rappresenti un luogo di produzione culturale in grado di far dialogare le realtà più interessanti attive nell’ambito cittadino e nazionale, nonché di confrontarsi e di scambiare esperienze con musei, centri di ricerca, università a livello internazionale, questo è l’intento che l’Azienda Speciale Palaexpo (ASP), accogliendo le indicazioni dell’Assessorato alla Crescita Culturale, si è posta, per lo sviluppo culturale della Capitale. Il Polo sarà costituito dagli spazi gestiti da ASP, Palazzo delle Esposizioni, Macro/via Nizza e Mattatoio; un altro obiettivo sarà quello di far conoscere e ri-attivare, attraverso l’arte contemporanea, spazi ed edifici della città che abbiano un particolare rilievo storico-artistico o sociale. I punti fondamentali di questo programma sono: il dialogo e la convergenza fra i diversi ambiti della cultura e della ricerca, in particolare fra arte e scienza; la produzione attiva e sperimentale di esperienze e di conoscenza; la valorizzazione delle diversità e dell’interdisciplinarietà; l’accessibilità e la costituzione di comunità per la condivisione del sapere e delle diverse forme del sensibile. Il Polo delle Culture Contemporanee è un progetto unitario, che sarà declinato secondo modalità, azioni e linguaggi differenziati, e che andrà a valorizzare le specifiche vocazioni degli spazi dell’Azienda Speciale Palaexpo.
Le attività di Palazzo delle Esposizioni hanno l’ambizioso obiettivo di coniugare in organici progetti espositivi i diversi linguaggi dell’arte e della scienza per favorire l’apertura di nuovi ambiti di ricerca, di elaborazione e dibattito, anche attraverso programmi e laboratori di formazione e approfondimento, proiezioni cinematografiche, incontri connessi alle mostre e conferenze. Nel triennio 2020-2022 si svilupperà un ricco programma di mostre destinate, come è nella vocazione del Palazzo delle Esposizioni, al più ampio coinvolgimento dei diversi pubblici. Tra le mostre previste nel prossimo biennio, tra le altre, sono già in programma: “Sublimi Anatomie”, una mostra sull’osservazione storica e contemporanea del corpo umano, “Carlo Rambaldi e Makinarium”, gli effetti speciali visuali declinati secondo la tradizione artigianale della “meccanotronica”; “Tecniche di evasione”, sulle modalità del dissenso degli artisti nell’Europa dell’Est; due grandi retrospettive dedicate a Jim Dine e a Gabriele Basilico e, nell’ottobre 2020, la XVII edizione della Quadriennale. Continuerà ad essere ospitata World Press Photo, nonché la seconda edizione di Mostre in Mostra. Al “Piano Zero” del Palazzo delle Esposizioni, che è e resterà ad accesso gratuito, si punterà a coinvolgere anche i giovani attraverso sinergie tra il dipartimento educativo, la libreria e il Caffè delle Esposizioni da poco inaugurato. In particolare, si intende realizzare un’ampia zona di lettura destinata a studenti e frequentatori abituali, che possa fungere da raccordo, spaziale e concettuale, tra caffetteria e libreria. Si allestirà anche un’area dedicata alle biblioteche civiche di Roma, che presenti le attività e le diverse realtà dei quartieri dal punto di osservazione di questi importanti presidi culturali territoriali.
Il progetto sperimentale Macro ASILO, aperto al pubblico nel periodo ottobre 2018 – dicembre 2019, si è dimostrato, con risultati crescenti giorno dopo giorno, in grado di creare, all’interno degli spazi del museo di via Nizza, una dimensione aperta alle proposte di artisti, curatori e ricercatori provenienti dalle diverse discipline. Un invito al dialogo con la città, gratuito e accessibile a tutti. Una proposta progettuale radicale e coraggiosa che ha posto in questione non soltanto la funzione tradizionale del museo, ma anche la figura stessa del visitatore, chiamato ad un ruolo attivo nella costruzione di processi di partecipazione, per giungere alla costituzione di vere e proprie comunità di indagine e di apprendimento. Per il triennio 2020-2022 l’Azienda, in vista della conclusione del progetto sperimentale Macro Asilo, sta avviando il percorso per una selezione pubblica volta all’individuazione di un progetto culturale che dia sviluppo e innovazione alla straordinaria esperienza che il Macro ha rappresentato e rappresenta.
L’intento è quello di valorizzare l’apertura, la pluralità, le pratiche discorsive, verso una trasformazione della figura del visitatore che contribuisce alla creazione di contenuti, incoraggiando la presenza di studenti e promuovendo la ricerca e la sperimentazione artistica nazionale e internazionale. Particolare importanza sarà data alla collaborazione con le Accademie e gli Istituti di cultura presenti a Roma.
Il Mattatoio diventerà il nuovo Laboratorio permanente sui linguaggi della performance. La Pelanda costituirà un polo di ricerca, produzione, presentazione e formazione interdisciplinare dedicato alla performance nei quattro ambiti principali di arti visive, musica, teatro e danza. Sarà realizzata una scuola di alta formazione interdisciplinare sui vari linguaggi della performance partendo da un Master di II livello in “Arti Performative e Spazi Comunitari” per il quale è già stata firmata una convenzione con il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre il cui avvio è previsto per febbraio 2020. Nel Padiglione 9b si valorizzeranno gli aspetti dell’artigianato legati alla performance e alle arti sceniche (tessuto, costumi, scenografie ecc.) e quelli a rischio di scomparsa. Grazie ad un intervento di restauro e recupero, che è stato portato avanti dalla Sovrintendenza Capitolina e da Zetema, saranno restituiti alla città nei primi mesi del 2020, i “Rimessini”, due grandi spazi interni al Mattatoio. Nei Rimessini saranno sviluppate le attività legate all’arte culinaria e alla convivialità, secondo un progetto esperienziale e di conoscenza, che avrà al centro la cultura e le prassi del mangiare e del bere come elemento aggregante, di integrazione interculturale e di consapevolezza collettiva. Un cambiamento che intende far diventare l’area del Mattatoio il cuore pulsante del quartiere di Testaccio e un laboratorio di livello internazionale per le arti performative, in grado di coniugare sperimentazione artistica, studio, ricerca, spettacolo e ristorazione. Ciò sarà possibile anche grazie alle sinergie con le varie realtà, anche informali, già presenti al suo interno quali il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, la Scuola Popolare di Musica di Testaccio, il Centro anziani, il Centro socioculturale Curdo, l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Per la realizzazione di questo ambizioso progetto l’Azienda Speciale Palaexpo ha promosso un bando pubblico attraverso il quale sarà individuato un responsabile della programmazione e delle attività del nuovo Laboratorio permanente della Performance, presso il Mattatoio.