VITERBO – “La visita al termovalorizzatore di Copenaghen – ha detto il professor Alessandro Ruggieri – é stata interessante e utile. Ci ha aiutato a capire, grazie anche ad altri incontri avuti con la comunità danese, come la vera innovazione non sia la tecnologia quanto il modello sociale e organizzativo, che vede una stretta connessione tra istituzioni locali, cittadini e imprese, con il supporto della ricerca, con la finalizzazione dell’interesse comune che supera quello individuale o di qualche gruppo. L’impianto, peraltro, é stato interamente finanziato con fondi pubblici, visto che si tratta di una infrastruttura al servizio di tutta la collettività ma per la quale è stato necessario un investimento ingente con un tempo di ritorno di trent’anni, che i privati non avrebbero potuto realizzare. Anche questo deve far riflettere”. Così il professor Ruggieri rettore dell’Università della Tuscia ha commentato l’esperienza a Copenaghen dove si è recato, in qualità di consulente scientifico, con una delegazione italiana guidata da Unindustria in visita al termovalorizzatore realizzato a poca distanza dalla capitale danese e desinato al riciclo dei rifiuti. Inaugurato da poco, produce valore e energia dalle ultime frazioni non riciclabili della raccolta. L’impianto costruito in 8 anni ha avuto un costo di 500 milioni di euro. Può bruciare fino a 580.000 tonnellate di rifiuti all’anno. Con l’energia prodotta può assicurare il riscaldamento a 140.000 famiglie. Alla missione a Copenaghen hanno preso parte anche la Camera di Commercio e le Università di Cassino e Luiss oltre che della Tuscia.