Settanta anni fa, il 30 gennaio 1948, Gandhi venne assassinato da Nathuram Godse. Mohandas Karamchand Gandhi, detto Mahatma grande anima, è ricordato per essere stato leader del movimento per la libertà e l’indipendenza dell’India. Si laureò in giurisprudenza ed approfondì la conoscenza dei testi sacri dell’induismo. Nel 1893 si trasferì in Sudafrica dove svolse la professione di avvocato e difese le minoranze indiane che vi risiedevano e fondò il Natal Indian Congress ed organizzò a Johannesburg la prima campagna di resistenza passiva contro le leggi razziali.
Si occupò della causa indiana dopo aver visto le condizioni sociali ed economiche in cui vivevano i suoi connazionali. Fu cultore della teoria della “resistenza passiva”, promuovendo forme di lotte basate sulla nonviolenza e la non cooperazione, sul rifiuto di cariche civili o militari, sul boicottaggio di prodotti inglesi e sulla disubbidienza civile. I suoi messaggi erano basati sulla pratica della spiritualità induista e di una rigida ascesi interiore, finalizzati al riscatto morale, alla lotta contro i pregiudizi, al rispetto dell’uomo.
Fonti bibliografiche:
M. Gandhi (2002), La forza della nonviolenza, Emi.
Nella foto: murales che rappresenta Gandhi, realizzato in occasione della “St.Art Dehli 2014”, che vede tra i co-fondatori Hanif Kureshi e Arjun Bahl e curato dall’italiana Giulia Ambrogi. E’ il primo festival di Street Art in India a cui hanno preso parte circa 60 artisti locali e internazionali.